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Yoga e Ayurveda: due percorsi complementari

Secondo l’antica filosofia dello Yoga lo stato di salute è importante per la realizzazione spirituale, è un’esperienza individuale, risulta unica e soggettiva della singola persona e dallo stile di vita che essa conduce. La salute secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute “OMS" è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Ha, pertanto, un’accezione positiva e non corrisponde alla semplice assenza di malattia. E’ un fenomeno pluridimensionale e dipende dalle risorse fisiche, mentali, emotive, sociali e materiali dell’individuo, dalla sua capacità di alimentarsi correttamente e di riposare adeguatamente. 

La visione olistica della realtà ne comprende ogni aspetto, è la somma delle sue diverse parti, che offre una descrizione completa per capire come interagiscano le parti fra di loro e come si condizionino a vicenda. 

Di contro, nella medicina allopatica si osserva il sintomo senza, a volte, indagarne le cause. In tal modo, è difficile creare il giusto equilibrio fra le parti. Un essere vivente va considerato nella sua totalità,  al fine di ricollocare la malattia nel vero contesto, ossia capirne le cause. La medicina naturale cerca la radice del problema. 

Sembra che anche la medicina allopatica stia iniziando ad andare nella direzione di comprendere di più, ampliando lo sguardo rispetto all’atto meccanico e integrando l’aspetto psicologico, emotivo, le dinamiche della vita, la gestione dello stress, le relazioni e le esperienze più significative. Quindi, considerare l’essere umano nella sua totalità è importante per poter offrire una terapia idonea, cercando di aiutarlo a trovare lo stato di armonia e di equilibrio su tutti i piani. 

Come dice il Maestro Marco Ferrini, Fondatore e Presidente dell’Università Popolare degli Studi Indovedici “La salute non può prescindere da un’idea d’insieme che comprenda i vari piani antropologici e che tenga conto del relazionarsi dell’uomo con il creato e con gli altri esseri”.

Secondo la Taittirya Upanishad, l’essere umano è composto da cinque involucri (kosha). Il corpo fisico è detto annamaya kosha , dove anna è prima di tutto il risultato del processo nutrizionale. Più internamente vi è l’involucro fatto di prana, ovvero pranamaya kosha, vita di tutte le creature. Ancora più internamente si trova l’involucro mentale, detto manomaya kosha, che, a sua volta, contiene l’involucro costituito di intelletto, vijnanamaya kosha, che dirige ogni azione. Di differente natura, e più interno ancora, vi è l’involucro costituito di beatitudine, ossia anandamaya kosha. 

Il sé, l’atman o anima, si trova al di là di questi cinque strati, detti pancakosha. L’energia di beatitudine, di coscienza e di immortalità riveste l’anima e ne costituisce l’intima ed eterna essenza. 

L’essere umano è l’insieme delle caratteristiche distintive di ciascuno, come il modo di pensare, di sentire, di agire che ogni persona ha in dotazione, come ci insegnano i testi vedici. 

Yoga e Ayurveda sono dunque complementari e necessari al mantenimento della salute e al buon funzionamento del corpo.

Il metodo Asthanga Yoga sistematizzato da Patanjali riśi in otto (astha), parti (anga), applicato ha lo scopo di controllare e inibire i disturbi fisici e psichici, le nevrosi e le psicosi, insegnando al praticante come utilizzare il corpo quale prezioso strumento di salute e benessere consentendogli di raggiungere elevati livelli di coscienza. Attraverso lo Yoga, il corpo cessa di essere di ostacolo alla ricerca interiore. 

L’Ayurveda si predilige di conservare la salute dell’uomo, applicando gli obiettivi fondamentali alle attività quotidiane, quali lavorare, nutrirsi, riposare, attraverso l’uso consapevole del corpo, dei sensi, della mente, dell‘ego e dell‘intelligenza. 

Gli obiettivi dell’Ayurveda, e dunque dell’uomo vedico, sono quattro:

Dharma: il divino ordine socio-cosmico che regola e sostiene la vita dell’uomo e dell’universo, la norma universale che è iscritta come codice genetico nell’intimo di ogni creatura. 

Artha: è ciò che si va a prendere, indica lo scopo, il motivo, il proposito.

Kama: significa piacere, amore, godimento, appagamento, desiderio, passione. In quanto “godimento”, nelle attività rispettose del Dharma kama è positivo. Tuttavia, nel flusso della vita l’uomo è attratto da piaceri di natura temporanea e inferiore. Attraverso la meditazione, che porta alla comprensione, si può trascendere il godimento e approdare alla beatitudine, ananda, oltrepassando i piaceri temporanei, verso la felicità vera, che non muta mai.

Moksha: è la liberazione da tutti i condizionamenti, la libertà già presente in ognuno di noi, che  non è possibile trovare al di fuori. Libertà e responsabilità vanno di pari passo. La realizzazione del sé profondo è il fine ultimo di tutti gli insegnamenti vedici.

In Occidente, Platone ha parlato di anima, imprigionata nel corpo quale strumento per conseguire il sapere. Aristotele ha descritto le tre facoltà che distinguono gli esseri viventi tra loro, ossia la facoltà vegetativa, che appartiene alle piante, agli animali e all’uomo, la facoltà sensitiva, propria degli animali e degli uomini e, infine, la facoltà razionale, che appartiene solo all’uomo, collocato al culmine della natura ed espressione di una responsabilità maggiore, in quanto dotato della libertà di scegliere un comportamento etico per il bene e per la salute di tutti. 

In conclusione, secondo i testi antichi risalenti, a circa cinquemila anni fa, la salute dipende anche dalla scelta di comportarsi in modo etico, per il bene di tutti gli esseri viventi. L’umanità è il luogo di residenza del Signore ciò significa che l’uomo è fatto per la realizzazione spirituale, per unirsi al Divino perché ciò sia facilitato aderire al flusso del Dharma è spiritualmente evolutivo, essenziale e salutare.

Katiuscia B. (Kṛṣṇakṛpā Dāsī)

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