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Ente di Formazione Accreditato MIUR ai sensi della direttiva 170/16

Immortalità nella Cultura Transumanista

"Varietà infinita, viaggi spaziali, dimensioni mozzafiato – ora te lo puoi permettere, puoi scegliere la realtà che desideri per te, la Tua realtà… Il nostro pianeta ulula dal dolore: disastri ambientali, riscaldamento globale; la natura sta soffocando, sta morendo... salva la Terra, salva la Terra, salva…"

Così inizia il film corto dal titolo “Oblaka” (Nuvole), creato in Russia nel 2019, finanziato dalla filiale russa Mastercard e dalla banca digitale Sber nell’ambito del progetto dei film per i giovani.
La trama del film descrive l’imminente futuro (di fatto già il nostro presente) quando, per ovviare ad una presunta sovra-popolazione sul pianeta Terra, la psiche di tanti esseri umani, riprodotta in un formato digitale, viene trasferita sulla cloud virtuale.
La protagonista del corto è una giovane ragazza che sta affrontando l’improvvisa morte del fidanzato. Per alleviare il dolore a seguito della dipartita della persona amata, su suggerimento di un’amica lei decide d’incontrare l’entità digitale dell’ex fidanzato sulla “nuvola”.
Già dal primo incontro il sosia digitale del ragazzo (gestito ovviamente dai creatori della piattaforma) la convince a trasferirsi a “vivere” con lui sulla “cloud” (nuvola, in inglese).
Con ogni successiva immersione nel metaverso, la protagonista, inizialmente diffidente, gradualmente perde la capacità di distinguere il mondo tridimensionale dalla sua imitazione digitale.
I dialoghi del film, creato, a detta dei produttori, per i giovani, lasciano un’impressione inquietante per l’ingannevole cinismo dei messaggi concettuali:

“Lei: Sai che cosa ancora non comprendo? Stai convincendomi a trasferirmi qui, sulla cloud, ma sulla Terra tu desideravi dei figli.
Lui: Desideravo e desidero. E noi avremo figli. Li partorirai tu, hai capito?
Lei: Chi potrò partorire nel mondo digitale, qualche cifra forse? Una successione di 0 e 1?
Lui: Impulsi base 0 e 1 sono come te, sono come me. Tu stessa sei un’insieme di 0 e 1 predisposti nel tuo genoma. Solo che il tuo genoma è biologico e il genoma dei nostri figli sarà digitale. Ma questo non ha nessuna importanza.
Lei: E se questo invece ha importanza per me?
Lui: Ma tu capisci la differenza?!
Lei: Io capisco che sono un’essere umano...
Lui: Ma lascia finalmente andare il tuo cervello! E’ più forte e saggio di te, credimi!”

La scena finale del film è alquanto agghiacciante: rannicchiata in un’angolo della sua stanza, la protagonista rimane immobile davanti ad un’enorme schermo del computer, mentre un’immagine robotica sullo schermo continua ad esortare: “Nuvole. Aiuta a bonificare il nostro pianeta! Purifica la Terra da ... Te!

E’ da più decenni che il tecno-positivismo portato all’estremo dai transumanisti era già parte dei programmi di ricerca più avanzati della neurotecnologia. L’ambizioso progetto di trasferire la coscienza umana nella realtà virtuale, di fatto, è stato già avviato da tempo.
Ora, nel 2022, possiamo testimoniare le conseguenze più che evidenti dell’uso spropositato della nuova tecnologia sulla psiche individuale e collettiva, sulla salute, sui diritti civili e sulla libertà di scelta. Ampio uso di tecnologia stile “finestra di Overton”, come di tante altre metodologie di manipolazione di massa, ha permesso di legalizzare diverse innovazioni biotecnologiche eticamente discutibili.
Recentemente il noto fondatore di Tesla e SpaceX è tornato a parlare della sua start up Neuralink, fondata nel luglio 2016, e della tecnologia per ibridare l’uomo con le macchine. Durante un’intervista fatta con il commentatore Joe Rogan, Elon Musk ha dichiarato che i piani per la neuro-stimolazione cerebrale e il potenziamento umano tramite i chip sono ormai realtà: “Il chip potrebbe modificare il modo in cui avvengono le relazioni tra esseri umani. Una simbiosi con l’intelligenza artificiale è auspicabile, dato che dobbiamo imparare a stare al passo con la tecnologia. Siamo già un pò “cyborg”, in fondo, quando perdiamo il telefono e ci sentiamo come se avessimo perso un arto”.
Attraverso piccoli elettrodi nel cervello sarebbe quindi possibile caricare e scaricare pensieri e informazioni: “In poco più di 25 anni potremmo riuscire a creare un’intera interfaccia cerebrale, in modo che tutti i neuroni di una persona siano collegati a un’estensione. E’ un pò come quando lasciamo tracce di noi stessi nei nostri computer e nei nostri smartphone, solo che in questo caso sarebbe una porzione più abbondante delle nostre identità ad essere nel cloud”.
Questa iniziativa nasce dall’apparente volontà di Musk di arginare il pericolo dell’Intelligenza Artificiale quindi punta sul potenziamento umano, l’unico modo, a suo dire, per prevenire e respingere i rischi della IA e dall’altra a garantire una forma di immortalità digitale: «Se il te stesso biologico muore, puoi caricarlo in una nuova unità. Letteralmente». L’idea di Musk è che se non si può sconfiggere la IA, ci si può fondere con essa.
Sicuramente i paladini dell’intelligenza artificiale potranno riprodurre i simulacri della mente umana in un’infinità di modi ma, per quanto possano essere sofisticate, senza una conoscenza della Fonte della vita, ogni “progresso tecnologico” in tal senso risulterà un’ennesima copia distorta del creato d’origine divina.
Come afferma in una delle sue opere Marco Ferrini, fondatore e presidente dell’Università popolare degli Studi Indovedici, la natura della realtà non potrà essere nota finché non avverrà un cambiamento radicale nell’approccio alla vita, alla coscienza e alla conoscenza:
"...Fuori dalla nostra realtà divina noi ci inventiamo situazioni, chiamiamole pure palliativi o sostituti artificiali per sopperire al bisogno impellente d'Amore. Viaggiamo con queste protesi di pseudo-amore, pseudo-gioia, pseudo-sapienza anche se siamo alla ricerca del bene ultimo. Proiettiamo la coscienza su ciò che coscienza non ha..."
Secondo la sapienza millenaria della Psicologia Vedica, psiche e corpo, essendo entrambi costituiti della materia (prakriti), possono agire e reagire solo in presenza dell’atman, il principio vitale e fondamento sottile che permea ogni forma di vita:
“Coloro che vedono la verità hanno concluso che non vi è durata in ciò che transitorio [il corpo materiale] e non vi è cambiamento in ciò che è eterno [l'anima]. Studiando la natura di entrambi, essi sono giunti a questa conclusione. “
(Bhagavad-gita, cap.2,verso 16)
Nel mondo fenomenico la coscienza pura dell’atman immutabile (avikaryat) può essere offuscata dai condizionamenti della struttura psichica, ma la sua qualità ontologica non può essere imitata o tantomeno limitata in quanto è oltre il paradigma spazio-temporale.
Sempre nella Bhagavad-gita, che racchiude la saggezza della Tradizione Vedica, il Signore Krishna afferma:
“Per l'anima non vi è nascita né morte. La sua esistenza non ha avuto inizio nel passato, non ha inizio nel presente e non avrà inizio nel futuro. Essa è non nata, eterna, sempre esistente e primordiale. Non muore quando il corpo muore.”(Bhagavad-gita, cap.2,verso 20)
I saggi delle Upanishad con una mirabile precisione descrivono diversi stati di coscienza dell’essere vivente che durante la vita incarnata si sposta incessantemente fra gli stati veglia, di sogno e di sonno profondo, finché non approda alla dimensione trascendente:“Il Turya è il quarto stato di essere...lo stato di super-coscienza che è l’essenza stessa della conoscenza di sé, ciò in cui il mondo visibile si risolve, è serenità e benevolenza, privo di duplicità. Tale è il sé così come si presenta nel quarto stato; tale è il sé che deve essere conosciuto.” (Mandukya Upanishad 1.5)

Ritornando a prendere coscienza della propria natura spirituale l’essere vivente (jivabhuta) realizza che il corpo e la mente sono soltanto i sofisticati, seppur importanti, mezzi della materia in perenne trasformazione che permettono all’anima di fare l’esperienza nel mondo fenomenico. Con la consapevolezza della propria eternità ontologica decade l’artificioso bisogno di creare una sovrastruttura digitale per diventare immortali. Lo siamo già.

Tania Zakharova

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