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Il luminoso cammin di nostra vita…

La gratitudine è ciò che profondamente mi spinge a scrivere, per condividere il mio cammino in questi sette anni insieme al Centro Studi Bhaktivedanta. Quando arrivai nel settembre del 2014 di sicuro non sapevo chiaramente quale era l’obiettivo finale, ciò che volevo, era darmi una nuova opportunità, dopo un percorso oncologico che ancora lasciava paure di morte e il desiderio di reinventarmi in una nuova veste, per trovare nuovi stimoli e un nuovo senso a tutto ciò che era successo. Di certo non sapevo quanto tutto ciò mi avrebbe fatto crescere e cambiare, anche se il mio cambiamento era iniziato a priori, lo studio è stato il carburante che ha attivato in maniera più intensa il fuoco. Quando iniziai il percorso di studi per diventare un counselor sapevo che mi interessava accompagnare le persone, essere di aiuto, per poter in qualche modo ricambiare ciò che era stato offerto a me, per uscire da quel buco nero che è stata la mia malattia. Ho percepito da subito che era la strada giusta, tuttavia era presto per capirne la grandezza e la straordinarietà del cammino che avevo intrapreso. Partivo con in mano le parole che avevo sentito la prima volta che incontrai il Prof. Ferrini, qualche mese prima di quel settembre: “Nessun male viene per nuocere.” Volevo capire il senso profondo di quelle parole, desideravo comprendere dove mi avrebbero portato, allo stesso tempo intuivo che la malattia che avevo attraversato cominciava a delinearsi come una strana ma reale benedizione.  Negli insegnamenti che volevo acquisire sentivo che l’argomento della morte aveva una rilevanza importante perché la mia paura non era ancora superata, vero è che attraverso la lettura del libro “Psicologia del ciclo della Vita”. Di Marco Ferrini, sentivo nascere in me una serenità che era ancora difficile da delineare perché mi mancavano molti dati, è anche vero che la voce di poter accompagnare le persone nel fine vita sussurrava dolcemente dentro di me. 

Credo che la consapevolezza migliore che mi è arrivata durante il primo anno della scuola  di Counseling Relazionale Bhaktivedanta sia stata quella di capire che mi mancavano dei pezzi importanti, sentivo che mi sfuggivano molte cose e decisi di iscrivermi al percorso di Scienze Tradizionali, all’inizio  non è stato semplice trovare il metodo per entrare in uno studio così peculiare e devo dire di aver anche pensato di ritornare sui miei passi, ma superato  le difficoltà iniziali, è stato un imparare che mi ha nutrito immensamente che ha costruito ponti e abbattuto muri e se con la scuola di Counseling apprendevo l’arte delle relazioni, dall’altro nutrivo di conoscenza il mio essere profondo e i due percorsi insieme sono stati un viaggio nel viaggio, che mi hanno forgiato, strutturato, limato le sbavature, messa in condizione di vedere i miei limiti e darmi strumenti per superali. La settimana scorsa dopo avere superato l’ultimo esame del Master mi sono sentita avvolgere da una sensazione che già avevo provato e ho percepito il mancare della terra sotto i piedi… la stessa sensazione di quando finii le terapie oncologiche, un samskara, una memoria, che nuovamente gettava il seme che quella fine mi gettasse in balia di tutto. Vero è che sapevo bene invece, che era il timore di non riuscire a gestire ancora adeguatamente la conoscenza acquisita, come se per farlo avessi bisogno della ricetta per saper dosare sapientemente gli ingredienti.

Allo stesso tempo le ricette esistono solo in cucina e anche quelle poi hanno bisogno della creatività personale dello chef per evolversi e diventare speciali, quindi come mi ricordava il Maestro Ferrini: ”La conoscenza va praticata e praticando a lungo da quella conoscenza nasce la saggezza, che porta alla sapienza.” Quindi la ricetta che cercavo arriva nella misura in cui mettendosi in gioco ci confrontiamo con gli altri e in questo modo si strutturano le modalità di relazione le quali agevoleranno lo sviluppo di parole adeguate e il tempo giusto per fare le cose. Dunque, ancora una volta siamo noi che costruiamo la nostra vita momento dopo momento, così pure le nostre relazioni e le nostre professioni. 

Nelle parole del Maestro c’era anche un’ulteriore grande verità ossia: che gli insuccessi possono essere dei grandi successi e i successi degli enormi insuccessi; questa osservazione può sembrare paradossale vero è che nell’insuccesso possiamo trovare la chiave della nostra realizzazione e nel successo il nostro errore più madornale, vero è che tutto questo è opportuno per mantenerci umili e farci osservare che ciò che abbiamo davanti è sempre un bicchiere mezzo pieno…

Quando sono diventata un counselor 4 anni fa all’inizio è stato faticoso, eppure, colloquio dopo colloquio la mia sensibilità è cresciuta e anche le mie capacità, ora la conoscenza appresa nel Master e nell’ ulteriore cammino come assistente spirituale  stanno strutturando idee e progetti e forse non saranno subito realizzabili, tuttavia il tempo c’è… quindi alla fine di questo viaggio arrivo alla stazione e scendo metaforicamente  dal treno, ho tra le mani una valigia che  contiene principi che sono una patrimonio inestimabile, ho superato la mia paura della morte, mi sento un buon counselor e ho fiducia che saprò diventare un buon assistente spirituale. Tre percorsi, un solo viaggio e la ricchezza di tutto questo l’ho assaporata ieri mattina quando dopo più di un anno sono rientrata in Hospice come volontaria e ho incontrato Claudia, e la sua consapevolezza che la sua vita si sta concludendo e nelle intense condivisioni che mai mi sarei aspettata, in merito alla morte e all’accogliere con serenità questo frangente della vita, Claudia ha esclamato: “Lo sai che io ti ho sognato?”

“In che senso mi hai sognata?” ho risposto stupita.

“Nel senso che qualche tempo fa ho sognato che venivo qui, che incontravo la dottoressa che mi diceva quel che in effetti ha detto e che incontravo te, proprio te, che avresti parlato con me così come abbiamo fatto stamattina.”

I morenti negli ultimi periodi della loro vita terrena acquistano visioni e sensibilità particolari e il sapere che qualcuno di sconosciuto mi aveva sognato, beh… mi ha fatto pensare che le strade del Signore sono infinite ma sanno precisamente dove portarti…

Grazie al Prof. Ferrini e a tutti i docenti che in questi anni mi hanno accompagnata: è stato prezioso e unico il vostro In esserci!

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