Mio fresco incontro con la Tradizione Indovedica
Accompagnata da sensazioni confuse, emozioni incontrollabili, pensieri oscuri e desideri incostanti, avevo intrapreso la via verso l’auto distruzione. Immersa in uno stato di alienazione, mi lasciavo prendere dall’ ansia e dall’uso di sostanze tossiche. Conoscevo il mondo così per come appare, per come i più lo conoscono in apparenza. Una schiacciante indifferenza mi ha dominata per tanti anni. Eppure, avevo di che divertirmi, i miei amici, lo sport, le relazioni, la casa, la famiglia, il lavoro, i miei voglio e i miei non voglio.
“C’è altro nella vita a cui pensare?” Sino ad allora, non me lo ero mai chiesta.
Ho sperimentato un’ondata di odio. Odio verso chi non mi ascoltava e non mi considerava, verso la mia famiglia, la società, la politica, la religione… e per me stessa. Un sentimento d’odio che ben presto si è manifestato in atti di ribellione. Ero una ragazzina ribelle che odiava, senza conoscerlo, il mondo. Sono caduta molte volte, pur sempre rialzandomi. Dopo tanta sofferenza, quella bambina ormai fattasi grande cominciava e sentire il desiderio di rivedere la luce. Tante domande mi frullavano in mente, vedendo tanta ingiustizia intorno a me, mentre la tristezza subentrava a quell’odio che mi stringeva mente e cuore; un sentimento distruttivo che cercavo di trasformare. Odiare è farsi carico di un’inutile pesantezza. Perché si giunge a odiare? Perché non tutti riconoscono nell’odio causa di conflittualità e della propria sofferenza? Viviamo in tempi in cui l’odio è condizione di normalità per molte persone, che credano loro diritto provare e cospargere odio. L’odio verso ciò che è diverso, tra amici, in famiglia, nel lavoro, tra nazioni… Persone che odiano il vicino di casa che taglia il prato e fa rumore, la squadra avversaria rispetto a quella del cuore, il partito politico di destra o sinistra a seconda del voto dato, un abbigliamento eccentrico o un genere musicale a dir loro incomprensibile. Persone in preda alle loro menti reattive, sempre in cerca di pretesti per criticare e offendere la signora che non sa guidare, l’altro che non sa parcheggiare, quello che non ha rispettato il suo turno e quella che parla troppo e alza la voce. Quanta confusione dentro e fuori di noi!
Una conflittualità che nasce dalle proprie proiezioni interiori. Perché alcune persone non sono capaci di comprendere, di accettare e di amarsi l’un con l’altra?
Tra le tante domande, una ha cominciato ad emergere sempre più forte: “Cosa posso cambiare io?”
Ho iniziato a chiedermi come poter trasformare i miei pensieri e azioni; osservavo gli errori del mondo intorno a me e vivevo la sensazione di sbagliare anch’io, mentre vedevo la vita scorrere, consapevole che tutti siamo destinati a terminare questa esistenza incarnata. Un passaggio ineluttabile che in molti attendono con paura: la morte. “Come posso aiutarmi? Come posso aiutare gli altri?” Il 28 settembre del 2020 durante le mie ricerche nel trovare risposte, trovai un video del Maestro Marco Ferrini. Lì per lì sono rimasta affascinata dal suo modo di parlare, dal suo incedere sicuro e dall’amore che trasmetteva in ciò che diceva. Il suo sorriso era luminosa ed evocava gioia autentica. Ho riascoltato più volte quel video, i cui contenuti mi giungevano come una nuova armoniosa melodia. Poco prima, avevo maturato la scelta di riprendere a studiare, ma non sapevo ancora cosa. In quel video, ho sentito nominare il Centro Studi Bhaktivedanta per la prima volta. Dopo qualche ora, stavo già chiamando la segreteria e da lì a poco decisi di intraprendere un viaggio di cui sapevo molto poco, per non dire nulla. In modo intuitivo, stabilii una connessione, assecondando il bisogno e desiderio di ascoltare e apprendere sempre più. Sentivo che le mie domande avrebbero finalmente trovato risposta, cominciando uno studio approfondito della cultura indovedica, della filosofia, psicologia e spiritualità dello Yoga da sperimentare nella vita quotidiana.
Usando una metafora che il Maestro cita spesso, posso dire di essermi appena imbarcata, lasciando il porto in compagnia di altri viaggiatori, che ancora non conosco ma che nutrono un vero sentimento di condivisone e aiuto reciproco. Alcuni hanno imparato a leggere “la carta nautica” meglio di altri o semplicemente navigano da più tempo o la loro costanza e determinazione è più elevata, di fatto stiamo navigando tutti insieme in mare aperto. Su questa barca, non ci si sente mai soli. Un lungo viaggio, ricco di scoperte che ci attendono. Tutti i grandi Maestri raccontano, in chiavi diverse, di questo viaggio della vita, di cui il mezzo è la conoscenza e la meta è l’amore, come dice Marco Ferrini.
Lo studio delle Scienze Tradizionali dell’india sta illuminando il mio percorso e aprendo la mente. Non è una conoscenza dell’India antica destinata solo agli indiani o ad essere divulgata entro quei confini, ma è (come i Veda ci spiegano), il “libretto illustrativo” donato dal Signore per permettere all’umanità intera di ricongiungersi a Lui, di riscoprire la vera essenza dell’Essere e comprendere quel mondo che completa la nostra visione fin ad ora limitata. Limitata dai sentimenti d’odio, di confusione e da quelle passioni tristi che ci fanno talvolta agire nel mondo come animali, dimenticando la nostra autentica natura di esseri spirituali. L’uomo ha la possibilità di usare la ragione e l’intelletto, di ascoltare la propria coscienza e dunque di sviluppare la facoltà del discernimento, distinguendo tra il bene da male, tra l’odio dall’amore e scegliere di elevare la propria consapevolezza. Questo, nonostante l’essere umano viva prigioniero delle catene dell’illusione (Maya), spesso assumendo un atteggiamento di superiorità verso le altre creature, il creato e persino Dio, considerandosi evoluto e seguendo il così detto “progresso” che conduce, al contrario, verso l’involuzione. La tendenza in atto è di avvelenare l’aria e la mente in cui l’essere umano vive e respira, distruggendo tutto ciò che lo circonda e che non gli appartiene. Le azioni errate che infrangono il dharma (l’ordine cosmico) sono causa di un ciclo continuo di sofferenza, e finché l’autore non riconosce le proprie responsabilità, rende la propria esistenza e quella altrui un vero inferno.
E’ necessaria un’apertura e una bonifica mentale tale da far cadere ogni griglia concettuale costruita dal modello educativo di una società dal pensiero limitato. Un’apertura e una visione che aiuti ad elevare la mente ad una comprensione più profonda, riconoscendo la propria vera natura ontologica. Lo studio che sto svolgendo delle diverse materie di psicologia, filosofia e spiritualità delle Scienze Tradizionali dell’India, la presenza del maestro Marco Ferrini, delle sue lezioni e dei i suoi lavori, i docenti e i miei compagni di studio, mi aiutano ad ampliare la veduta e la percezione dell’esistenza. La mia visione negativa su me stessa e del mondo, l’odio che mi assaliva, l’incomprensione dell’ingiustizia e la paura della morte o di una fine senza senso, si stanno piano piano dissolvendo, assumendo forme e colori differenti con prospettive nuove. Osservo “l’ingiustizia” nel mondo con occhi diversi, non più come punizione divina di un Dio distante e crudele, quanto un meccanismo di un sistema più grande rispetto alla comprensione razionale della mente umana. Una legge che va oltre a quelle fisiche, otre il mondo empirico, fenomenico. Una legge superiore che le comprende tutte. E’ la legge del Dharma, la quale, se infranta attraverso un comportamento scorretto, sarà causa di conseguenze per l’autore. “Chi sostiene il dharma è dal dharma sostenuto, chi calpesta il dharma è dal dharma calpestato” , è affermato nel Mahabharata. Vi è una legge di remunerazione delle azioni (karma), che insieme alle energie costituenti la materia (guna) determinano le condizioni di rinascita ogni essere incarnato. Può sembrare complicato o per qualcuno assurdo, ma posso testimoniare che è sufficiente resettare quei pregiudizi che ci limitano l’immaginazione e l’intuizione, latenti in ognuno di noi e che attendono solo di essere sviluppate. In tal modo, ci apriamo a una nuova prospettiva di comprensione degli eventi e delle prove della vita, allargandone l’orizzonte di senso.
La verità, nascosta nel profondo del nostro cuore, celata dalla psiche turbolenta e distratta, giace in attesa d’essere ricongiunta al suo fine. Questa verità ci unisce indistintamente, con amore per ogni essere. Le scritture insegnano anche che noi abbiamo nelle mani il timone della nostra vita e in ogni attimo possiamo sentire il desiderio del cambiamento, un anelito che ci porta a volgere lo sguardo al cielo e risveglia lo spirito, che è alla base della nostra vera essenza, portandoci al di là ogni condizionamento del mondo fenomenico.
Auguro che attraverso la narrazione della mia breve esperienza e del mio fresco incontro con la Tradizione Indovedica, di poter dare speranza a tutti coloro che non credono sia possibile, ho hanno paura, di cambiare la propria condizione disagiata, di ansia ed ignoranza. Vi è sempre un’opportunità e speranza per tutti, se solo lo vogliamo, mettendoci il nostro impegno, costanza, determinazione e molta pazienza per dare alla vita un altro sapore.
Ringrazio infinitamente il Maestro Marco Ferrini offrendogli i miei più sentiti omaggi, che anche solo con un assaggio di questo immenso sapere di cui si fa portatore, dona un ispirato desiderio di conoscenza, di crescita interiore e di un sentimento di compassione e di unione per tutto il creato e le creature, con uno sguardo di devozione e gratitudine rivolto verso il cielo. Con la costante consapevolezza di quanto importante e non proprio semplice sia questo viaggio, ma senza voler far perdere la speranza ad alcuno; del resto anche una barca in mare aperto durante una burrasca lotta in mezzo ai flutti per non perdere la rotta. Un sentito ringraziamento lo rivolgo, oltre che al Maestro Marco Ferrini, a tutti i membri del CSB che mi accompagnano in questo meraviglioso viaggio!
Carolina Guarracci